Valentina morta a 17 mesi. Provare il dolore per la morte di una figlia di soli 17 mesi e poi vedersi recapitare anche una richiesta di pagamento del ticket da 30 euro da parte dell’Asl. E’ la casuale vicenda capitata ad una coppia valdostana.
La bambina era deceduta lo scorso 17 febbraio all’ospedale Regina Margherita di Torino. Quella sera era arrivata in condizioni gravissime dopo essere stata visitata nel nosocomio di Aosta.
A seguito della denuncia dell’Asl la procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio colposo che vede attualmente indagati quattro pediatri dell’USL che avevano visitato 4 volte la piccola Valentina di 17 mesi dopo che i genitori erano preoccupati che quella tosse e febbre non passava.
I medici l’avevano curata come semplice influenza con paracetamolo e cortisone. Ma anche dopo diversi giorni di cure le condizioni della piccola non sono mai migliorate.
Anzi, sono man mano peggiorate finché non è arrivata a Torino in condizioni gravissime dove è poi deceduta.
I primi risultati dell’autopsia evidenziarono un’infezione polmonare (non legata al Covid-19).
Lo sfogo del padre della bambina su Facebook
Oggi salta all’occhio la notizia della richiesta da parte dell’ASL del pagamento di un ticket alla famiglia di 30 euro per l’accesso al pronto soccorso lo scorso 11 febbraio in codice bianco.
Il padre della bambina Yves Chappellu si è sfogato su Facebook definendo vergognosa e disgustosa tale richiesta dato che la bambina nonostante stesse male fu dimessa con la prescrizione di un semplice aerosol e meno di 24 ore dopo è entrata in coma dove non si è più risvegliata.
L’azienda sanitaria si è difesa giustificando la richiesta come una prassi ordinaria, trattandosi di codice bianco. Chi si è occupato di sollecitare il pagamento ovviamente non era a conoscenza della triste vicenda di Valentina morta a 17 mesi. Quindi la richiesta da un punto di vista amministrativo è legittima ma inopportuna.
Angelo Michele Pescarmona, commissario dell’Usl della Valle d’Aosta ha annunciato che si sta provvedendo ad annullare il sollecito e a chiedere scusa alla famiglia.